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“Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”. Deceuninck ricorda un film con protagonista le finestre.

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La pellicola cinematografica “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” (Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann), diretta dal regista svedese Felix Herngren nel 2013, è tratta dall’omonimo best seller di Jonas Jonasson. Giornalista e scrittore svedese, Jonasson alla soglia dei suoi cinquant’anni pubblica il suo primo romanzo che in breve tempo risulta essere il libro più venduto in Svezia. Tradotto in oltre trenta lingue, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” viene considerato il “Miglior libro dell’anno 2009” in Svezia, premiato con lo Swedish Book Seller Award 2009 (lo stesso riconoscimento che fu di Stieg Larsson) e vince lo Swedish Audio Prize 2009. Il suo adattamento cinematografico diretto da Herngren viene distribuito in Svezia, Norvegia e Danimarca a partire dal 25 dicembre 2013 e mostrato in anteprima nella sezione Berlinale Special Gala del Festival Internazionale del cinema di Berlino del 2014.

La narrazione si snoda esattamente dalla giornata del 2 maggio, centesimo anniversario dell’anziano Allan Karlsson, ospite da anni di una casa di riposo che si prepara a festeggiarlo in modo solenne.

Nonostante nell’ospizio tutto sia pronto, Allan non pare minimamente interessato all’idea di spegnere la sua centesima candelina in quel luogo così lontano dalla sua vita lunga e intensa. Nel volgere di un’ora avranno inizio i festeggiamenti con il segretario comunale, con l’inviata del giornale locale e con tutto il personale e gli ospiti della casa di riposo. Tuttavia Allan non ha la benché minima intenzione di parteciparvi perché ha altro per la testa: quello di sfuggire una volta per tutte a quella tediosa vita quotidiana. Quel giorno stesso Allan, senza avere alcuna destinazione in mente, scappa dall’ospizio saltando da una finestra. Il passo tra lo sgusciare fuori fino ad atterrare nell’aiuola fiorita sottostante, non è poi così breve: ma la cosa non lo spaventa! Indossando un pantalone e una camicia beige, una giacca marrone con dentro il portafogli e un paio di pantofole dello stesso colore, Allan decide di sparire. Così il centenario, fuggendo verso una meta ignota, raggiunge la stazione dei pullman prendendo un biglietto per la prima meta disponibile ed acquistabile con i suoi risparmi. Qui, durante l’attesa prima della partenza, si imbatte in un giovane, biondo, strano e troppo fiducioso nei confronti dell’anziano. Il giovane, non potendo portare con sé l’enorme valigia da cui non si separa mai dentro la piccola cabina della toilette pubblica, chiede ad Allan di custodirla per pochi minuti. Mentre il giovane si trova in toilette arriva una corriera e Allan vi sale portando con sé anche la grossa valigia. Accorgendosi poi che la valigia è piena di denaro scopre che il giovane biondo non è altro che un corriere della malavita, un criminale affiliato ad una gang dedita al traffico della droga. Da quel momento, pur non comprendendo bene di essere al centro di una clamorosa caccia all’uomo da parte della mafia, Allan cerca di mettere a frutto il denaro. Questo passaggio segna l’inizio di una serie di eventi comici e totalmente inattesi in cui si ritroverà coinvolto, che per lui tuttavia rientrano nella normalità. Per cento anni, in realtà, Allan Karlsson ha percorso il mondo in lungo e in largo, e adesso è di nuovo a piede libero.

Da quel momento, incontrerà una gang di criminali, parteciperà suo malgrado ad una serie di omicidi, conoscerà un poliziotto incompetente, un pensionato con cui dividere una valigia piena di banconote, un ragazzo magrolino, studente fuori corso di quarant’anni e una ragazza cicciottella e rubiconda proprietaria di un elefante.

Per chiunque altro sarebbe sembrata l’avventura di una vita, ma per Allan, avendo fatto tante esperienze fuori dal comune nella sua lunga vita, diventa semplicemente vita quotidiana. Infatti Allan, oltre ad aver assistito ad alcuni degli eventi più importanti del XIX secolo, in questi ha giocato anche un ruolo di prim’ordine, diventando amico intimo dei presidenti americani e dei gerarchi russi o, persino, dando un contributo fondamentale all’invenzione della bomba atomica. E così, nel suo viaggiare senza destinazione, Allan ricorda spezzoni della propria vita, dall’infanzia con la passione per le esplosioni, alla giovinezza come dinamitardo nella guerra civile spagnola; riecheggia l’amicizia con Franco e poi il lavoro al progetto Manhattan, il servizio per Stalin, il controspionaggio e alla fine l’involontario ruolo nella caduta del muro di Berlino.

Il protagonista, uno degli individui di finzione più spassosi della narrazione degli ultimi anni, crea situazioni divertenti in un mondo apparentemente grigio, portando il disordine dove altrimenti vigerebbe un rigido ordine, dando luogo ad esilaranti situazioni, trovando così l’umorismo.

Commedia divertente e rocambolesca con una filosofia di vita che si esprime nella frase: la vita è quello che è e sarà quel che sarà.

Tutto il racconto è caratterizzato da una girandola di equivoci e narrata in una sequenza cronologica lineare.

Attraverso vari flashback personaggi incredibili e grotteschi si stagliano nella vita ripercorsa del protagonista a partire da più riprese. Ma alla fine Allan sembra suggerirci che il tempo degli eroi e delle roboanti vittorie è finito e che la modestia, supportata da una genialità bizzarra, può condurre a un riscatto. In quel passo che apre la storia, ma che separa il centenario protagonista dal letto su cui è seduto dall’aprire la finestra della stanza al pianterreno, si concentra tutto ciò che ha fatto fino a quel momento. Agire senza riflettere troppo perché, come dice lui stesso nel film, del resto: quando pensi di non avere tanto tempo, puoi permetterti certe libertà.

La libertà che ti offre una finestra che si apre su un mondo che ti accoglie sempre e nonostante tutto. Una finestra da cui tutto parte e tutto si offre.

E così Deceuninck ti invita al prossimo appuntamento con un’altra pellicola cinematografica Protagonista: la finestra!

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