Attraverso un viaggio (anche nel tempo) ci orientiamo in direzione Huayna Picchu e Putucusi, dove si trova la zona di “Hanan” o Bairro Alto, quella più importante di Machu Picchu. Pare infatti che a sei leghe da Cuzco verso Sudest si trovi un sito chiamato Pacaritambo (casa di produzione) su cui si erge il colle detto Tambutoco (casa delle finestre). Il nome della città, in origine, era Tampu-Tocco (anche “paradiso delle tre finestre”), per via della leggenda andina circa la nascita di quella civiltà. Tale colle è dotato di tre aperture che si chiamano Maras Toco e Sutic Toco, le due laterali, mentre quella centrale è detta Capac Toco (finestra ricca guarnita di oro).
Questo edificio poi, avendone addirittura tre, conferma il suo ruolo indiscusso nell’aver ospitato la nascita delle tribù e dell’antico impero peruviano: “il simbolo della casa dei suoi padri, quella da cui discendeva”. La costruzione che ci troviamo di fronte è proprio quella fondata da coloro i quali pare abbiano dato origine agli Incas e che quindi fondarono lo Stato Inca: i fratelli Ayar.
Dopo che uno di loro venne rinchiuso in una grotta che fungeva da prigione e averlo pure trasformato in pietra, tre dei quattro germani si affacciarono dalle tre finestre cominciando il grandioso progetto. La leggenda inoltre parla di come, insieme a lui sorsero altri tre fratelli e quattro sorelle, tutti usciti da Capac Toco, finestra centrale del colle di Tambutoco, mentre dalle due aperture laterali presero vita altre persone destinate a costituire il popolo Inca. In sostanza, dalla finestra centrale uscirono otto fratelli, quattro uomini e quattro donne, generati dal dio Viracocha destinati ad essere signori di tutti gli altri e che per questo assunsero, in seguito, l’appellativo di Inca che, appunto, vuol dire “signore”. Così come dalle finestre laterali uscirono, senza essere stati generati da padri naturali, delle genti che presero rispettivamente i nomi di Sutic e di Maras e che successivamente avrebbero popolato il Cuzco.